«Quale ringraziamento possiamo rendere a Dio riguardo a voi, per tutta la gioia che proviamo a causa vostra davanti al nostro Dio? …
Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso di tutti, come è il nostro amore per voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù … Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo». (1Tess 3,9.12-13; 5,23).
Questo brano di San Paolo alla comunità dei Tessalonicesi è un testo pieno di tenerezza e di gratitudine, che ci dà la testimonianza di un uomo liberato, per la forza del Vangelo, da tutte le meschine dipendenze che impediscono agli uomini di amarsi fraternamente. Ciò che vale nella vita non è l’ammirazione, il successo, il denaro, il potere, ma solo la gioia di potersi donare e la gratitudine condivisa con gli amici per i doni di Dio.
Alla luce di quest’insegnamento guardando alla vita e all’operosità di padre Joachim pare di scorgere una serie di atteggiamenti costanti, pur espressi in modi e toni diversi: la semplicità, l’umiltà, la fraternità condivisa e la dedizione nel servizio dell’Ordine e della Chiesa di Dio. In questo senso il terreno pellegrinaggio ha dischiuso per lui e apre, oggi, a noi una luce e un significato: una luce di grazia, che è verità, via maestra e sicura nel vivere la propria vocazione e missione non cedendo alle aberrazioni e alle false ideologie dei profeti di Baal. Un significato vitale che implica amore e bontà, dedicazione e fraternità nella condivisione dei beni ricevuti da Dio.
Padre Joachim nacque il 9 ottobre del 1915 nella città di Washington (USA) e al fonte battesimale gli venne dato il nome di Frederick. Come lui stesso ricordava, il giorno in cui fece la prima Comunione, concise con la canonizzazione della piccola Teresa di Lisieux, il 17 maggio 1925, e a lei in seguito attribuì sempre la sua vocazione al Carmelo. Vinta una borsa di studio potè entrare nel seminario minore di Niagara Falls, Canada. In quegli anni di recessione economia negli Stati Uniti, una borsa di studio era l’unico modo con cui i genitori potevano permettersi di mandarlo in una scuola cattolica. Nel 1934 entrava nel noviziato della Provincia Americana del Purissimo Cuore di Maria, in Niagara Falls, ove emise la professione semplice il 15 agosto 1935. In questa occasione, nella cappella del Carmelo alle cascate del Niagara, tra i presenti vi era il beato Tito Brandsma, che si trovava allora negli Stati Uniti per alcune conferenze sulla spiritualità carmelitana. In seguito p. Joachim, riferendosi a questo “privilegio”, mostrava ancora recentemente con soddisfazione, traendola da un mazzo di carte, la formula della sua professione in cui appare tra altre firme quella del beato martire. E aggiungeva: «Dovrei appenderla al muro con una bella cornice». Emise poi la professione solenne nel convento di New Baltimore, PA, il 15 agosto 1938.
Compì gli studi di filosofia e teologia presso lo studentato di Niagara Falls e presso l’Università Cattolica di Washington, dimorando nel convento detto Whitefriars Hall nella stessa città. Ricevette l’ordinazione presbiterale il 23 marzo 1942. Il 26 maggio dell’anno successivo ricevette il grado accademico di «magister in artibus» nella facoltà di Arte e Scienze dell’Università Cattolica Americana, con una dissertazione sui Fasti del beato Battista Mantovano. Ottenne poi l’8 settembre del 1944 il titolo di baccelliere in biblioteconomia, al termine del corso frequentato presso l’Università di Chicago. Subito venne incaricato dell’insegnamento di latino e inglese ai collegiali di S. Cirillo nella stessa città di Chicago, passò come assistente del maestro dei novizi, per tre anni, nel convento di S. Giovanni a New Baltimore. Chiamato a Roma dai Superiori dell’Ordine, vi arrivò il 15 maggio del 1948. Questa chiamata era dovuta alla decisione del capitolo generale del 1947 che lo incaricava di scrivere un manuale di storia dell’Ordine e dal valersi delle sue competenze storiche per l’avvio dell’Institutum Carmelitanum, eretto poi nel 1951. Per svolgere meglio questo servizio all’Ordine frequentò la facoltà di storia ecclesiastica della Pontificia Università Gregoriana, conseguendo nel 1950 la licenza, nel 1951 la laurea e nel 1953 il dottorato in storia ecclesiastica con la pubblicazione della sua tesi: The life of Saint Peter Thomas by Philippe de Mézières. È anche doveroso ricordare come in tutto il periodo romano della sua vita, p. Joachim rivolse continuamente e in modo premuroso la sua cura per l’arricchimento della “Carmelitana Collection” di Washington, che è la più ampia biblioteca specializzata in re carmelitana del mondo, dopo la Biblioteca Carmelitana di Roma.
Vasta e assai valida è stata la presenza di padre Joachim nell’Institutum Carmelitanum a Roma, dalla sua aggregazione ad esso nel 1951 fino alla sua morte. Nominato il 10 dicembre 1951 responsabile della sezione storica dello stesso Institutum, ne fu anche Preside dal 1975 al 1986, e direttore della rivista scientifica Carmelus dal 1954 al 1993, in cui curò la Bibliografia Carmelitana Annuale per tre anni, oltre a pubblicare recensioni e articoli vari. Inoltre, p. Joachim ha insegnato nella facoltà teologica dello Studio Generale S. Alberto dell’Ordine negli anni accademici 1959-1960 e 1965-1966. Oltre a questi impegni in re carmelitana, l’opera instancabile di p. Joachim, fino alla fine della vita, lo ha portato, sempre con la stessa fede e la stessa costanza, ad offrire un continuo servizio all’Ordine, sempre con un atteggiamento premuroso ma silenzioso. Nel capitolo generale del 1959, al quale partecipava come secondo socio della Provincia del Purissimo Cuore di Maria, venne eletto assistente generale, ufficio che ricoprì fino al capitolo seguente, quello del 1965, durante il quale notevole fu il suo intervento sul rito proprio carmelitano.
Per fare conoscere il patrimonio storico e spirituale del Carmelo il suo contributo, vasto e sostanziale, è testimoniato dalle numerose pubblicazioni da lui fatte fin dal lontano 1937 fino a poco prima della sua morte. Oltre a quanto registrato nella bibliografia dei suoi scritti, è bene segnalare che restano inediti vari suoi ultimi contributi, tra cui la traduzione dall’olandese in inglese di un volume di scritti spirituali del beato Titus Brandsma, in vista di una antologia dei suoi scritti più ampia di quella pubblicata solo in olandese in occasione della beatificazione di questo grande Carmelitano del secolo XX.
Joachim ha indagato ed esplorato con rigore scientifico la storia dell’Ordine, ed è da considerarlo uno degli iniziatori, insieme ai compianti e a lui cari p. Ludovico Saggi e p. Adriano Staring, della nuova corrente di studiosi che ha recuperato e trasmesso la vera memoria della vita dell’Ordine, magnifica anche se non sempre edificante, essendo una storia di persone umane concrete, ma che in definitiva offre un umile e significativo contributo alla costruzione della Chiesa, Corpo mistico di Cristo, pellegrina versio la pienezza dei tempi.
I contributi offerti con le sue ricerche storiche abbracciano prima di tutto i settori della bibliografia e della catalogazione di manoscritti e incunaboli carmelitani conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, e in altre biblioteche degli Stati Uniti, Spagna e Portogallo. Seguono poi le numerose voci e articoli, apparsi in riviste ed enciclopedie, su figure carmelitane eminenti per santità, nonché su tematiche specifiche come sugli aspetti mariani e in particolare su S. Simone Stock, sui fratelli laici, sulle monache, sui commenti alla Regola del Carmelo e alle Costituzioni dell’Ordine, e i suoi studi sul beato Battista Mantovano, sulle immagini e i santuari mariani. Anche sono da notare la vivacità delle cronache da lui composte, e le panoramiche del cammino storico dei Carmelitani offerte ad un più vasto pubblico non carmelitano. Ricordi affettuosi sono poi quelli che ricorrono nei necrologi da lui composti per confratelli defunti.
Si aggiungono, inoltre, le numerosissime recensioni fatte da p. Joachim, che mostrano i più ampi interessi che lui rivolgeva verso la storia della Chiesa e della società. Infine vi è un settore in cui emerge una sua dedicazione particolare: provvedere a rendere accessibile ai confratelli di lingua inglese tanto materiale carmelitano: così fioriscono le sue poetiche traduzioni degli inni del breviario, quelle di testi di mistici carmelitani, e anche di articoli o libri di altri scrittori che riteneva utili per l’utenza carmelitana. E la cura di queste traduzioni ha continuato fino alla fine della sua esistenza, perché diceva. «Ormai alla mia età, non mi posso permettere grandi ricerche, ma Dio mi dà la forza per offrire ancora qualche contributo alla conoscenza della storia e della spiritualità del mio amato Carmelo».
Il suo capolavoro è e rimane il validissimo e fondamentale contributo per consegnare la memoria dell’Ordine con il suo poderoso voluminoso manuale di storia dell’Ordine The Carmelites, tradotto in tedesco, olandese, spagnolo, italiano, polacco. Già da giovane studente in teologia P. Joachim, dalla lettura delle Analecta Ordinis pensava di realizzare un progetto per una storia dell’Ordine, che iniziò a realizzare con una serie di lezioni tenute tra il 1946 e il 1947, e poi revisionate successivamente altre due volte. Quando il capitolo generale del 1947 decise all’unanimità che venisse scritto il manuale di storia dell’Ordine, i capitolari accettarono la proposta del Provinciale del Purissimo Cuore di Maria, che disse in aula: «Io ho la persona capace: è il giovane padre Joachim Smet che già sta lavorando su ciò». Fu così che a lui venne dato quest’incarico, che lo ha portato per moltissimi anni ad una ricerca ampia e ben articolata in biblioteche ed archivi. La macchina dattilografica da lui usata in tutti questi lunghi anni, prima della sua conversione al computer, meriterebbe di essere custodita come una reliquia. Piace, inoltre, sottolineare un aspetto: il manuale scritto da p. Joachim non è solo frutto di competenza scientifica, ma anche di un’obbedienza esemplare ad un capitolo generale: obbedienza durata per ben 40 anni e che costituisce nel secolo XX l’unico caso conosciuto di un nostro frate capace di tener fede per così lungo tempo ad un decreto capitolare!
Alla stoffa dello storico va aggiunta – e pochi lo sanno – la sua vena poetica con cui iniziava la sua produzione letteraria già nell’ormai lontano 1937 e che l’ha portato a pubblicare circa un centinaio di poesie, rifiutando sempre però i premi letterari offertigli. Notevole è sottolineare come in molte delle sue poesie emerge la sua profonda devozione alla Madre del Signore.
Ammirevole è stato anche l’aiuto che p. Joachim ha dato a numerosi studenti della Studio generale a Roma, con suggerimenti e anche con l’offrire testi da lui tradotti o trascritti. Piace infine sottolineare un ultimo motivo che deve anch’esso alimentare, in questo momento, la nostra partecipazione riconoscente al pio suffragio per questo nostro confratello e al ringraziamento al Signore per il dono che ci ha dato attraverso la sua vita e operosità. All’amore e alla passione per lo studio e la ricerca storica ha saputo, sempre in modo felice e diuturno, accoppiare il pluridecennale umile e semplice ma prezioso aiuto come cappellano in alcune comunità religiose. E mentre una volta, per prestare questo servizio, inforcava la bicicletta e correva lungo le strade di Roma, in seguito con il passare degli anni e l’arrivo di acciacchi, più pacatamente e prudentemente, lo ha fatto camminando tranquillo e sereno o prendendo il più comodo autobus.
Il 31 luglio del 2003 padre Joachim, durante il periodo della sue vacanze negli Stati Uniti, subiva un intervento chirurgico e gli venne applicato un triplo by-pass. In seguito egli osservava come da allora non aveva più recuperata tutta la sua energia; camminava con difficoltà. Ma poi aggiungeva sempre con un risolino: «Certo, sono ormai un giovanotto, ho solo quasi 90 anni!». In questi ultimi tempi le sue condizioni di salute sono andate complicandosi, e il 4 ottobre 2011, il caro p. Joachim ci ha lasciato ed è andato alla casa del Padre. Ci ha preceduti in paradiso. Il ricordo che di lui facciamo ora non soltanto vuol essere un riconoscimento dei suoi meriti e del suo lavoro a servizio dell’Ordine e della Chiesa, ma principalmente il tributo di riconoscenza e gratitudine a Dio, nostro Padre, che – con l’amore con cui ha sostenuto p. Joachim nella sua esperienza-testimonianza, negli aspetti positivi e anche nei limiti, presenti del resto in ogni persona umana –, ci fa vedere la via della vera sapienza e della vera felicità, ricordata dal Vangelo: solo l’uomo liberato da tutti i padroni che non siano Dio, può scegliere con gioia di essere servo di tutti i fratelli per amore. Pertanto, unendoci ai tutti i confratelli, ai parenti e amici di p. Joachim, colpiti dolorosamente per la sua morte, abbiamo voluto ricordare con quale spirito di semplicità, amore e dedizione ha vivificato il suo cammino nel Carmelo, deponendo ai piedi della Madonna, in armonia con gli ideali professati, il fiore del suo amore, della sua bontà e della sua fraternità e il frutto del suo lavoro.
EMANUELE BOAGA, O.CARM.
fonte: Carmelus 2011/2
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