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Balbino Velasco Bayón, O. Carm. nació en Lovingos (Segovia) en 1926. Ingresó en el seminario carmelita del Santuario de El Henar (Segovia). Cursó Humanidades, Filosofía y Teología en centros de la Orden del Carmen: Villarreal de los Infantes (Castellón), Osuna (Sevilla), Onda (Castellón). Profesó en 1942. Se ordenó de sacerdote en 1948 en Segovia. Estudió Filosofía y Letras en las universidades de Salamanca y Madrid y, tras varios años de labor docente, se dedicó plenamente a la investigación. Fue miembro correspondiente la Real Academia de la Historia y a la de San Quirce de Segovia y académico de mérito de la Academia de la Historia de Portugal. Fue también miembro del Instituto Carmelitano de Roma. Falleció en Madrid el 3 de noviembre de 2013.
“Es indiscutible que la visión de conjunto que compendia esta obra es inigualable. Lo es porque nos encontramos ante una obra de autor en el sentido amplio de la palabra, que recoge la labor de decenios de investigación y que nos da la medida del historiador que volcó con generosidad su saber para dejar memoria de la Historia de la Orden del Carmen y para enseñanza de las generaciones venideras” (Henar Pizarro Llorente, editora del Diccionario).
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Francis Amelry (ca. 1550) was the most influential Carmelite author of his time in Flanders. However, as a result of the religious wars of the sixteenth century, his name and his works were forgotten soon after his death, and were only rediscovered halfway through the 20th century.
Unfortunately, at that time, publications about him remained restricted to the Dutch-speaking world. His breakthrough to the German-speaking world came about at the turn of the present century, when Elisabeth Hense published her dissertation on him in Germany. Since then she has wished to continue her work on this interesting author and waited for a possibility to introduce him to the Anglo-Saxon world. She is happy now, that – with the help of Joseph Chalmers, the late Joachim Smet and Michael Manning – this wish can be fulfilled. As one of the most significant authors on spiritual guidance, lectio divina and bridal mysticism in the Carmelite tradition, Francis Amelry deserves to be more widely known.
The main works of Francis Amelry are his Seven Letters to an unknown female directee and his mystagogical Dialogue between the Soul and her Nurse. Both of these works are now translated into English and completed with an introduction into the life and works of this rather unknown, but particularly fascinating Carmelite author.
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Viviana Giglia, T.O.Carm., nata a Licata (Agrigento) il 3 aprile 1983, ha conseguito nel 2007 la Laurea come Educatore Professionale all’Università di Palermo. Impegnata nel sociale, in particolare per la difesa dei diritti delle persone con disabilità, si è dedicata all’animazione del volontariato e al giornalismo locale in prospettiva di cittadinanza attiva. Nel 2014 ha ottenuto il secondo posto del premio letterario nazionale per racconti brevi “Un premio alla tua storia”, con il testo “Un legame profondo, inaspettato”. Il 14 luglio 2016 ha emesso la Professione nel Terz’Ordine Carmelitano. Nel 2019 ha pubblicato nella presente Collana per le Edizioni Carmelitane, l’autobiografia “Nata due volte”. È attualmente impegnata nell’ambito formativo del Terz’Ordine della Provincia Italiana dei Carmelitani.
Roberto Toni, O.Carm., nato a Modena il 24 novembre 1967, ha emesso la Professione nell’Ordine Carmelitano il 1° ottobre 1987 ed è stato ordinato presbitero il 1° maggio 1993. Ha conseguito la Licenza in Teologia Biblica presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma nel 1995. Ha vissuto nelle comunità carmelitane di Palermo, Roma e Bologna dove ha cercato di unire pastorale, studio ed alcune esperienze di docenza. È membro del gruppo di redazione di Horeb, rivista di spiritualità del Carmelo italiano, e coordina l’iniziativa della Lectio Divina in Santa Maria in Traspontina (Roma). Al momento è Priore provinciale della Provincia Italiana dei Carmelitani.
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«La memoria è quello che fa forte un popolo, perché si sente radicato in un cammino, in una storia. In occasione del 350° anniversario di fondazione del nostro monastero (1669 – marzo – 2019), le parole di papa Francesco sono un incentivo a volgere lo sguardo al passato per ripercorrere le tappe di un cammino che già muove il passo oltre l’orizzonte. Ci auguriamo che tale patrimonio di memorie possa significare ancora una preziosa eredità per coloro che, chiamati a percorrere il medesimo cammino di testimonianza consacrata, vorranno lasciar traccia della propria speranza nelle restanti pagine bianche».
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Elizabeth Sebastiana Ribeiro è nata in Brasile nel 1957. Ha compiuto gli studi di psicologia presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma, poi gli studi di teologia della Vita Consacrata presso la Pontificia Università Lateranense – Istituto di Teologia della Vita Consacrata (Claretianum), dove ha conseguito il dottorato. È membro della Congregazione delle Suore Carmelitane Missionarie di S. Teresa del Bambino Gesù. Ha lavorato vari anni in Brasile come psicoterapeuta e nella formazione umana di candidatos à vida consacrata, seminaristas e religiosos. Attualmente lavora nella missione a Kalimantan Tangah – Indonesia. Pubblicazione: O FENÔMENO DEPRESSIVO NA VIDA RELIGIOSA FEMININA. Causas, meios preventivos e terapêuticos, Edicões Loyola, São Paulo 2002.
Il “ritorno alle Fonti” è uno dei ritornelli in uso da tutti (in chiave positiva) nella pratica comune della teologia, forse come conseguenza dello sforzo svolto lungo il Concilio Vaticano II. In buona parte, questo è successo perché il Concilio è riuscito a ripristinare tanti aspetti della vita cristiana, proprio in un processo che riprende le sorgenti originali del Vangelo e della Chiesa nascente, forse senza paragone nella storia della Chiesa.
La cosa importante è che Suor Elizabeth ha fatto il passo decisivo: è andata a ricercare i documenti negli archivi. E oltre a trovare tanti documenti inediti prima non conosciuti, ha potuto confrontare la lettura tradizionale dell’eredità con i testimoni concreti del passato. La maggioranza delle valutazioni fatta con costanti riferimenti ai testi e ai documenti ricavati, confermano la prova di un lavoro serio e onesto. Se io dovessi fare una scelta, mi sembra che uno dei punti più interessanti è il patto di unità fatto tra M. Crocifissa e P. Lorenzo, perché soltanto la profondità di questa scelta, ci offre la misura dell’intreccio esistente tra ambedue le vocazioni.
Prof. Carlos Garcia Andrade cmf
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Come per gli altri volumi di questa Storia del Carmelo, nell’edizione italiana si è ritenuto opportuno aggiungere qualche sobrio aggiornamento nel testo e nella bibliografia. Le integrazioni e aggiornamenti, redatti da Emanuele Boaga, sono stati chiusi tra parentesi quadre precedute da asterisco.
Le note bibliografiche sono state inserite in calce al testo, mentre alla fine del volume è posta la bibliografia generale, con indicazione di tutte le fonti e gli studi utilizzati.
Inoltre si è ritenuto opportuno aggiungere una serie di appendici con particolare riferimento all’evento del Concilio Ecumenico Vaticano II, alla figura dei priori generali che hanno governato l’Ordine dal 1959 in poi, e ad una visione panoramica del cammino storico dell’Ordine in questa epoca contemporanea. Le appendici sono state curate da Emanuele Boaga.
Come per i volumi precedenti, si è arricchita l’opera con numerose illustrazioni, con ampie didascalie, utilizzando in gran parte le riproduzioni conservate nel Centro Stampa della Provincia Italiana.
Joachim Smet, O.Carm.
I CARMELITANI
Storia dell’Ordine
del CarmeloVol. I – Dal 1200 circa fino al Concilio di Trento. pp. 564,
il lustrazioni 31.Vol. II – Il periodo postridentino (1550-1600); pp. 477, illustrazioni 17.
Vol. III – La riforma cattolica (1600-1750), parte I. – La riforma cattolica (1600-1750), parte II.
Vol. IV – Il periodo moderno 1750-1950 (2007) con appendici
di E. Boaga. -
Avec la publication de ce volume, l’Ordre des Grands Carmes, le dixième d’une série de douze, l’Ordre des Grands Carmes inaugure à nouveau le projet de la publication des oeuvres complètes de Jean de Saint-Samson. Il convenait d’inaugurer cette nouvelle entreprise avec l’édition critique des Lettres préparée par Yves Durand, honorant sa mémoire. Bien que ce volume soit le dixième de la série, il est également le premier qui ouvre la voie à la série des oeuvres complètes. Dans ce nouveau projet, les trois volumes déjà publiés seront révisés et réédités. Les lettres de Jean de Saint Samson s’inscrivent entre la «Guerre de la Mère et du Fils », qui oppose en 1620 Marie de Médicis à Louis XIII, et les mois précédant la mort de Jean de Saint-Samson, le 14 septembre 1636. Jean de Saint-Samson (Jean du Moulin) est né à Sens en 1571. Il perdit la vue à l’âge de trois ans ; malgré cette infirmité, il se fit lire très jeune l’Imitation et d’autres écrits mystiques. A vingt-cinq ans, il gagna Paris et mena dans la capitale une vie très mortifiée. Fréquentant le couvent des carmes de la place Maubert, il prit connaissance d’un très grand nombre de textes spirituels : les Pères, saint Augustin, Denys l’Aréopagite, Richard de Saint-Victor, saint Bernard, Catherine de Sienne, Louis de Grenade, mais aussi Sénèque et Cicéron. Les auteurs flamands et rhénans pèsent plus dans sa culture religieuse que Jean de la Croix et Thérèse d’Avila.
En 1612, Philippe Thibault, artisan majeur de la Réforme de Touraine et prieur du couvent de Rennes, appela dans cette maison Jean de Saint-Samson. Jusqu’à sa mort et pendant un quart de siècle, « l’aveugle illuminé », sans être officiel lement maître des novices, allait en fait assurer la formation mystique de beaucoup de religieux. Son influence s’exerça sur tous les couvents des Grands Carmes, en France et bien au delà. Du vivant même de leur auteur, les lettres étaient conservées par ses correspondants, échangées et copiées, comme cela se pratiquait souvent au XVIIe siècle, dans tous les milieux, laïques ou ecclésiastiques. Aujourd’hui le corpus se compose de quatre-vingt-dix-neuf lettres envoyées à des religieux et à des religieuses, à des parlementaires, mais également à Marie de Médicis et aux possédées de Loudun. Si l’on s’en tient à la forme, l’ensemble
des lettres présente une grande variété ; tantôt il s’agit de courts billets qui ne sont que des exhortations ou des lettres de courtoisie entre religieux, tantôt de véritables lettres-traités. Dans certains textes, l’auteur ne développe qu’un ou deux thèmes, alors qu’ailleurs on découvre un véritable foisonnement d’idées qui se chevauchent et s’interpénètrent. Le style d’une lettre envoyée à un étudiant en philosophie est naturellement très différent d’une réponse faite à Marie de Médicis.
Les sujets abordés sont également très divers. L’auteur traite du juste milieu, de l’amitié, de la solitude, de la simplicité et de la multiplicité, de la sainteté, des vertus et des passions, des puissances de l’âme, des rapports entre l’intérieur de l’âme et l’extérieur, entre science et sapience, de la mort mystique et de la vie abstraite, de la possession et des exorcismes, de l’oraison et des degrés de consommation de l’âme en Dieu, de la déification de la créature. Les conseils aux supérieurs sont l’occasion de condamner l’excès d’ascendance sur les subordonnés, de définir les exigences du noviciat, ainsi que les qualités exigées d’un bon supérieur.Yves Durand, 1932-2004, ancien recteur, professeur émérite à la Sorbonne, avait préparé cette édition que la mort l’a empêché d’achever.
Hein Blommestijn, carme, auteur de nombreuses publications de théologique mystique, membre de l’équipe Ad Montem aux Pays Bas, l’a menée à son terme. Y. Durand avait publié en 1997 “Un Couvent dans la Ville. Les Grands Carmes de Nantes, 1318-1994”.
Il fut aussi l’auteur d’une vingtaine d’ouvrages d’histoire politique et sociale de la France moderne. Il a consacré ses recherches aux rapports entre politique et religion, ainsi qu’à l’idéal et aux valeurs sociales des XVIIe et XVIIIe siècles. -
La reforma de los regulares impulsada por el Concilio de Trento inspiró la fundación del Monasterio de San Juan Bautista de Villalba del Alcor, el primer convento carmelita recoleto de España, nacido hace ahora cuatrocientos años, tras la traumática escisión de los descalzos, en un modesto rincón del antiguo Reino de Sevilla. Precisamente por ello, el convento de Villalba carecía, a diferencia de la mayor parte de sus contemporáneos, de las inercias impuestas por los usos preconciliares, lo que convierte a su pequeño universo de intramuros en una muestra de excepcional valor para determinar el grado de influencia que pudo llegar a ejercer el espíritu reformador tridentino en las comunidades religiosas femeninas del Antiguo Régimen, para averiguar en qué medida pudo condicionar su estilo de vida, su organización interna, su evolución económica y demográfica. Pero además, el microcosmos de la clausura villalbera fue también una reproducción a pequeña escala de la sociedad de su tiempo, sometida como ésta a los avatares de la España Moderna: la crisis económica del siglo XVII, el impacto demográfico de los azotes epidemiológicos de 1649, 1709 y 1800 o la Guerra de Sucesión, el traslado de la Casa de la Contratación de Sevilla a Cádiz en 1717, la creciente animadversión de los gobiernos ilustrados hacia los mendicantes… Hijas de Trento pretende, por ello, ayudar al lector del siglo XXI a entender la trayectoria de una minúscula cáscara de nuez que navegó, al albur de rápidos y turbulencias, sobre el indómito y contradictorio torrente de la Historia. Pero, sobre todo, a comprender la de su pequeña comunidad humana, que intentó permanecer fiel a sus orígenes contra viento y marea, y que, pese a la implacable realidad de los tiempos, logró mantener la nave a flote, bogando a veces casi a la deriva pero sin permitir nunca que llegara a zozobrar.
PEDRO J. GODOY DOMÍNGUEZ
Es licenciado en Historia Medieval por la Universidad de Sevilla, Diploma Europeo de Estudios Medievales por la Federación Internacional de Estudios Medievales y máster en Administración Pública también por la Universidad de Sevilla. Cursó estudios de ciencias y técnicas historiográficas en el Archivo Secreto Vaticano y la Biblioteca Apostólica Vaticana. Ha sido profesor de los másteres de Archivística y Auditoría Pública de la Universidad de Sevilla. Pertenece al Cuerpo de Archiveros de la Junta de Andalucía y ha colaborado en distintas publicaciones especializadas en archivística, historia y narrativa histórica. En calidad de delegado de la comunidad carmelita y miembro de la comisión creada ad hoc, ha impulsado y coordinado los actos conmemorativos del IV Centenario de la fundación del Monasterio de San Juan Bautista de Villalba del Alcor.
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A partir d’Édith Stein, j’ai découvert la structure du moi, celle de la communauté et de l’intersubjectivité. Tous ces acquis engrangés m’ont effectivement permis, conformément à mon profond désir, de prendre part au débat entre libéralisme et communautarisme en tant que voies d’intégration socio-politique.
C’est justement en vue d’une intégration socio-politique de l’individu qui n’est pas dictée par aucune loi positive et ne prétend pas se limiter à l’accomplissement de celle-ci, que j’ai eu l’intention d’étendre la présente étude à un niveau politique.
N´Do Eric Chrisostome naquit le 10 septembre 1982 à Koudougou, Boulkiemdé (Burkina Faso). Il émit sa première profession comme carmélite le 16 septembre 2008 et fit la profession solennelle le 04 juillet 2011. Il fut ordonné prêtre le 07 juillet 2012.
Après ses études primaires dans son village à Zoula, il fera ses études secondaires au Petit séminaire de Koudougou. Sa formation philosophico-théologique en vue du sacerdoce a respectivement été assurée par le Grand Séminaire de Kossoghin et le Grand Séminaire de Koumi au Burkina Faso où il obtint le Baccalauréat en théologie.
A partir du 15 septembre 2017, il est Docteur en Philosophie Humanisme et Transcendance pour l’Université Pontificale Comillas (Madrid) après avoir fait un Master dans la même discipline ainsi que dans la même institution académique en juin 2015.
Actuellement, il est en mission à Ouagadougou (Burkina Faso) dans la maison de formation des postulants et scolastiques carmes et donne cours de Philosophie à l’Université Saint Thomas d’Aquin ainsi que d’Instruction Religieuse au Collège Notre Dame de l’Espérance.
Ainsi, j’en suis arrivé à la conclusion que l’intégration socio-politique est une question de responsabilité individuelle qui n’a rien à voir avec une quelconque responsabilité civile imposée ou définie par les dispositions légales d’un État.
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Il volume ha per oggetto la figura del beato Luigi Rabatà, carmelitano vissuto nel Quattrocento e priore del convento di S. Michele a Randazzo, in Sicilia. Lo studio prende in esame gli atti dei due processi in partibus condotti a Randazzo nel 1533 e nel 1573, finalizzati a raccogliere le informazioni relative alla vita, alla fama di santità e ai miracoli verificatisi per intercessione del beato. Tra le fonti utilizzate nel volume, anche numerosi testi agiografici composti a partire dal Seicento e che fissarono la memoria di Luigi Rabatà nel corso dei secoli. Il libro ha l’obiettivo di condurre il lettore alla conoscenza di questa figura meno nota della storia dell’Ordine Carmelitano, fornendo un esame attento dei dati biografici, spirituali, cultuali e devozionali che emergono dalle deposizioni dei testimoni nei due processi e dalle altre fonti agiografiche e narrative nel corso dei secoli.
Marco Papasidero è laureato in Lettere moderne. Nel 2016 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Storia delle forme culturali euromediterranee, ed è stato poi titolare di un assegno di ricerca presso l’Archivio Generale dell’Ordine Carmelitano. Attualmente è assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino. Le sue ricerche riguardano l’agiografia, il culto dei santi e delle reliquie, le pratiche devozionali e di guarigione nel cristianesimo.
INDICE
Abbreviazioni 7
Ringraziamenti 9
Introduzione 14
1. Le fonti
1.1. Gli atti dei processi . 13
1.2. La copia dell’Archivio Generale dell’Ordine Carmelitano 19
1.3. La copia della Biblioteca Comunale di Palermo . 22
1.4. Aspetti storico-linguistici . 22
1.4.1. Annotazioni linguistiche relative a R . 25
1.4.2. Annotazioni linguistiche relative a P . 30
2. Per una biografia del beato Rabatà
2.1. Il contesto storico e culturale . 37
2.2. I Carmelitani in Sicilia tra XIV e XV sec. . 40
2.3. Aspetto fisico, alimentazione e abitudini . 44
2.4. Virtù, carattere e fama di santità . 48
2.5. La costruzione della strada . 51
2.6. La bolzonata e la morte . 53
3. Signa sanctitatis, culto delle reliquie e pratiche devozionali
3.1. L’immagine acheropita 57
3.2. Le reliquie . 59
3.3. La permanenza presso il sepolcro e il sonno rituale . 61
3.4. L’acqua miracolosa . 62
3.5. Le pratiche esorcistiche . 66
3.6. Le malattie . 67
4. La memoria tra agiografia e iconografia
4.1. L’elaborazione della memoria . 71
4.2. I primi testi agiografici . 72
4.3. Testi agiografici successivi alla beatificazione . 79
4.4. Lettere e documenti . 83
4.5. Iconografia e immagini . 85
5. Testo dei processi
5.1. Criteri di trascrizione . 91
5.2. Atti del processo del 1533 . 92
5.3. Atti del processo del 1573 . 112
Glossario . 133
Bibliografia . 137 -
La storia del Carmelo è ricchissima di personaggi, luoghi, eventi. È naturale e bello, quindi, che ci siano persone interessate a conoscerla, a studiarla con passione e ad approfondirne le vicende. I frati provenienti dal Monte Carmelo erano approdati nell’isola sin dai primi decenni del XIII secolo, poco dopo la nascita del gruppo di eremiti che conducevano vita penitente sulle pendici del Monte Carmelo, presso Haifa. Già intorno al 1235 c’era un eremo nei sobborghi del porto di Messina, ma appena qualche anno prima era morto a Licata sant’Angelo († 1220 ca.), ucciso per aver rimproverato un signorotto del luogo per la sua vita dissoluta. Nel giro di pochi anni i frati si erano stabiliti in altre località tra le quali Palermo e Trapani. Proprio quest’ultimo lembo dell’isola vide gli inizi della vita religiosa di sant’Alberto, presto divenuto un predicatore ricercato e un taumaturgo riconosciuto.
GIUSEPPE ADAMO, nato a Delia (CL) nel 1944. Insegnante elementare. Entrato nel Seminario ONARMO per la Pastorale del Mondo del Lavoro, ha completato gli studi teologici nel Seminario Regionale di Bologna e, poi, di Caltanissetta. Sacerdote dal 1969. Ha conseguito il Baccellierato presso l’Ignatianum di Messina e la Licenza in Teologia Dogmatica presso l’Università Angelicum di Roma. Insegnante di Religione, di Teologia Orientale, Teologia Protestante e Teologia dell’Ecumenismo. Componente della Commissione d’Arte Sacra. Fondatore della Parrocchia di San Luca Evangelista a Caltanissetta e ivi parroco per trent’anni. Fondatore della “Struttura Pastorale San Luca”. In collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo e di Caltanissetta, fondatore del Museo e della Biblioteca “San Luca”. Attualmente rettore del Carmine di Delia.
Indice generale
Presentazione 3
Prefazione 5
Introduzione 9CAPITOLO 1
I conventi carmelitani dell’Antica Osservanza neI 1600 in Sicilia 11
I conventi siciliani al tempo della visita del Generale Enrico Silvio . 13
Elenco delle Province, conventi e frati in Sicilia e in Italia
del P. M. Francesco da Cherasco 16
La tela del Convento del Carmine di Licata 17
La teologia del Giardino 21
Notizie sui conventi carmelitani di Sicilia 23
Alcuni carmelitani illustri 33
La soppressione dopo l’Unità d’Italia 38
Ordini religiosi maschili soppressi in Sicilia 40
Numero dei monasteri femminili soppressi in Sicilia 41
Numero delle monache nei monasteri più grandi di Palermo nel 1742 41
La Riforma Carmelitana di Monte Santo in Sicilia. 42CAPITOLO 2
Il Padre Maestro Egidio Onesti trapanese 47
Leonardo Orlandini 53
Ovazione di Leonardo Orlandini al P. Egidio Onesti 58
II Padre Maestro Basilio Cavarretta 63
Rocco Pirro benedettino, visitatore regio . 64
Antonino Mongitore 65CAPITOLO 3
Il Padre Maestro Generale Enrico Silvio 66
Lettera del R. P. M. Enrico Silvio a tutti
i Conventi Carmelitani della Sicilia 68CAPITOLO 4
I Carmelitani Scalzi in Sicilia, Teresa d’Avila 73
Santa Teresa di Gesù devota di S. Alberto di Sicilia 76
Il Deserto 78
La Riforma di S. Teresa in Sicilia 81
Il monastero carmelitano dell’Assunta In via Maqueda a Palermo 82
Antonio Moncada e il figlio Luigi 85
Genealogia dei Medinaceli – Spagna 88
Genealogia De Vega – Moncada 89
Rocco Pirro. Il Monastero di S. Maria Assunta a Palermo. 92
CAPITOLO 5
Giovanni Horozco de Covarrubias, e S. Teresa. La sua famiglia. 93
Quadro della famiglia Horozco, Covarrubias. 95
Sebastian de Covarrubias Horozco 96
Diego Covarrubias y Leiva 98
Juan de Horozco Vescovo 101
Scritti di Juan de Horozco 103
Altre opere 105
Gli Emblemi 106
Giovanni Horozco ad Agrigento 109
Storia di Giovanni Horozco 112
Conclusione. 116
Cosa ne pensano gli spagnoli 117
Appendice 1 Testimonianza diretta
del Vescovo Horozco su Santa Teresa 118
Appendice 2 Delia. Fondazione della Chiesa e Convento del Carmine 121
Appendice 3 Calunnie infamanti contro il Vescovo Horozco 123
Appendice 4 Sommario del Processo che ha esibito il Vescovo
di Giurgento delli aggravi ricevuti da diversi Baroni 139
Appendice 5 Alla S.tà di N. S. Alla Congregatione de Vescovi.
Il Vescovo di Girgento. 143CAPITOLO 6
Il P. Maestro Jeronimo Graciàn carmelitano, in Sicilia 149
Conclusione 157
Appendice 1 Il culto, l’ufficio e le litanie di S. Giuseppe 159
Appendice 2 Le litanie di San Giuseppe
del P. M. Gerolamo Graciàn 155
Appendice 3 Indulgenze nella chiesa di S. Giuseppe della Delia 163
Appendice 4 Capitoli per la concessione ai Padri Carmelitani
di Licata della Chiesa di S. Angelo per fabbricare il Convento 165
Appendice 5 Dichiarazione del P. Taddeo Guzman Agostiniano 169Bibliografia 171
INDICI