Informazioni Aggiuntive
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Seconda Edizione Rivista, Aggiornata.
Un caposaldo della formazione per i membri dell’intera Famiglia Carmelitana oggi come ieri è la Regola. Non potrebbe essere altrimenti, visto che il testo uscito in forma di lettera dalla penna di sant’Alberto di Gerusalemme e poi mitigato, corretto e approvato come Regula bullata da Innocenzo IV nel 1247 costituisce il punto di riferimento ideale e pratico di chi è chiamato a vivere «nell’ossequio di Gesù Cristo». Le diverse riforme nate dal seno dell’Ordine non furono altro che tentativi di rilettura della medesima Regola, il cui dettato veniva reinterpretato di solito in maniera aggiornata e adeguata alla sensibilità del momento e dell’ambiente culturale e religioso.
L’uso di leggerla ogni venerdì durante il pasto è durato praticamente fino agli anni ’60 del XX secolo. Almeno il testo albertino-innocenziano era ben noto ai frati e alle monache, che lo conoscevano a memoria e ne avevano ben chiare le linee di interpretazione correnti.
Questa conoscenza sembrava talmente acquisita che, quando p. Carlo Cicconetti decise di imbarcarsi nell’arduo cammino di ricerca e studio in vista della tesi di dottorato negli anni del Concilio e immediatamente seguenti, qualcuno lo sconsigliò dicendogli che della Regola ormai già si sapeva abbastanza e non ci sarebbe stato granché da aggiungere. Non fu così.
Il testo di p. Cicconetti fu e resta ancora un punto di riferimento insostituibile per chiunque voglia studiare o parlare della Regola del Carmelo.
Così si esprimeva in proposito p. Emanuele Boaga: «La bibliografia sulla Regola del Carmelo è molto ampia (…) opera fondamentale e indispensabile è C. Cicconetti, O.Carm., La Regola del Carmelo (…)». Lo stesso Autore affermava qualche anno dopo: «È così fiorita l’opera classica e fondamentale di Carlo Cicconetti, a cui tutti devono sempre attingere».
Non si tratta solo di formule di circostanza, o di compiacenza fraterna, ma danno ragione del significato reale di un lavoro certamente accurato dal punto di vista storico-giuridico, ma anche da quello spirituale e, oserei dire, vitale.
Dalla Presentazione.
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ill.-rstampa anastatica (aprile 2014). The book thus opens with a broad sweep covering the historical and religious environment of the eleventh to thirteenth centuries in 170 pages. It is not unlike that undertaken by, for example, Franco Dal Pino in his history of the Servites and indeed Mosca acknowledges his debt to him, though not to his work on the Servites (p.123, note 92). This chapter concentrates on juridical themes and on the founders and early rules closest to those of the Carmelites (p.140). This sort of synthesis is perhaps the most difficult form of history- writing, but the result is not very satisfactory. Much of it simply summarises the readily available work of others and Mosca constructs a deceptively simple and beguiling view of the medieval church. For example, the role of the papacy is modelled using normative texts without acknowledging the difficulties of implementation (on p.115 he records simply that the “verdict of the papal tribunal could substitute a government, or transfer its power,” as though this would not have been controversial). This section is also marked by an extraordinary absence of women, included only as an afterthought on pages 169-170.
Se echaba en falta cirtamente una obra global sobre el Carmen primitivo en España.
Las constantes aportaciones del infatigable padre Balbino Velasco sobre la historia de diversos conventos carmelitas de la antigua observancia en España, las biografías de algunos de sus hombre más eminentes y el profundo conocimiento que mostraba de los fondos archivísticos y bibliográficos de España y del extranjero, nos hacían presagiar que no tardaria en llegar una Historia del Carmelo Español. Y así ha sido. Tenemos ya su primer volumen.
La larga lista de los archivos y fondos documentales y de las fuentes bibliográficas estudiadas e investigadas por el autor sobre la historia carmelitana, y sobre la historia religiosa general, durante tres siglos, es sencillamente abrumadora.
Todos los historiadores e investigadores de la vida religiosa en España durante la baja edad media y la primera edad moderna se congratularán con el autor por disponer ahora de una serie de datos sólidamente comprobados, y de una visión de conjunto del quehacer de los conventos carmelitas durante los tres siglos que precedieron a la división de la orden.
16 t.f.t.-
BALBINO VELASCO BAYÓN nació en Lovingos (Segovia). Pertenece a la orden de Carmelitas (O.Carm.). Doctor en Historia por la universidad de Madrid. Entre sus publicaciones destaca la tesis doctoral sobre la vida y obra del gran mistico experimental y teórico Miguel de la Fuente O.Carm. 1563-1626, editada en Roma en 1970 (agotada). Ha tenido gran aceptación su Historia de Cuéllar, un volumen de más de 700 páginas, cuya primera edición publicada en 1974 recibió el premio José Maria Quadrado del C.S.I.C. En 1988 se publicó la 3ª edición. Es autor de numerosas monografías sobre historia y arte, como la referente al convento de carmelitas de Salamanca, el centro donde se formó S. juan de la Cruz, premio ciudad de Salamanca (1976) publicada en 1978, o al convento, también de carmelitas, de Valencia (premio Navarro Reverter 1980) en curso de publicación. Ha editado en la B.A.E., en 1969, el Compendio y descripción de las Indias Occidentales de Antonio Vázquez de Espinosa. Pertenece al Instituto Carmelitano de Roma; a la Real Academia de la Historia y a la de San Quirce de Segovia como miembro correspondiente.
critical edition with Introduction and notes by ADRIANUS STARING, O.CARM.
The biography is of considerable interest for the history of the fourteenth century. Though Mézières writes of his friend in terms of exaggerated praise, and though he tends to oversimplify motives and events, he is on the whole a trustworthy and at times a unique witness to many important occurences of his times. Historians have occasion to consult him regarding such questions as the history of Catholic Church in Serbia, the Veneto-Hungarian War of 1356-1358, the efforts at religious union made by John V Palaeologus, the league against the Turks of 1359-1362, the peace of Bologna of 1364, the expedition against Alexandria of 1365. Against this varied background is enacted the dramatic life of Peter Thomas, Carmelite friar, soldier, diplomat, saint.
La biografia è di notevole interesse per la storia del XIV secolo. Anche se Mézières scrive del suo amico, in termini di lodi esagerate, e anche se tende a semplificare le motivazioni e gli eventi, nel complesso è un affidabile e, a volte un testimone unico per molti avvenimenti importanti del suo tempo. Gli storici hanno occasione di consultarlo per quanto riguarda questioni come la storia della Chiesa cattolica in Serbia, la guerra veneto-ungherese del 1356-1358, gli sforzi di unione religiosa realizzati da Giovanni V Paleologo, la Lega contro i turchi del 1359-1362, la la pace di Bologna del 1364, la spedizione contro Alessandria del 1365. In questo variegato sfondo viene emanata la vita drammatica di Peter Thomas, frate carmelitano, soldato, diplomatico, santo.
*Prima Ristampa anastatica maggio 2016.
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